Raymond Hains nasce a Saint-Brieuc, in Bretagna, nel 1926. Mentre studia belle arti a Rennes, stringe amicizia con Jacques Villeglé. Nel 1945 si trasferisce a Parigi, dove frequenta i circoli artistici e letterari legati all'avanguardia. Inizia a sperimentare con la camera oscura, attività che lo porta a realizzare le fotografie ipnagogiche, esposte nel 1948 nella sua prima mostra personale alla GalerieColette Allendy. Con l'aiuto di Villeglé, Hains progetta l'Hypnagogoscope, una macchina da presa cinematografica con lenti in vetro scanalato. Con questa macchina, dal 1950 al 1954 Hains e Villeglé collaborano alla realizzazione di un film astratto a colori in-titolato Pénélope, rimasto incompiuto.
Nel 1949 Hains concepisce uno dei gesti fondanti del Nouveau Réalisme: il décollage, ovvero lo strappo di frammenti di manifesti. Mentre gira dei cortometraggi per le strade di Parigi, l’artista fotografa un muro coperto di poster, da cui strappa un frammento per portarselo a casa. Secondo Hains, gliaffiches lacerées - sezioni stratificate di manifesti strappati recuperati dalla strada – sono opera di una moltitudine di passanti anonimi, nonché il prodotto della città stessa. Essi realizzano l'idea utopica di un'opera collettiva creata “da tutti e non da Hains” (o “da uno”: in francese Hains si pronuncia come un = uno). I manifesti strappati fanno la loro prima apparizione pubblica in tre mostre: “Loi du 29 juillet 1881 ou Le lyrisme à la sauvette” alla Galerie Colette Allendy nel 1957, “Lacéré anonyme” presso l’appartamento di Ginette e François Dufrêne e “La Fran-ce déchirée” alla Galerie J, dove Hains espone con Villeglé una ventina di manifesti politici che documentano la guerra d’Algeria. Nel 1960 Hains è tra i firmatari del manifesto del Nouveau Réalisme.
Alla fine degli anni Cinquanta, Hains inizia a raccogliere ed esporre le recinzioni di protezione dei cantieri, le cosiddette palissades. Durante la Biennale di Parigi al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris nel 1959, Hains suscita scandalo esponendo la sua prima barriera di palizzate in legno, la Palissade des emplacements réservés. Nel 1961, un poster strappato di Hains e Villeglé viene esposto al MoMA nella leggendaria mostra “The art of assemblage” curata da William Seitz. L'anno successivo, Sydney Janis inserisce uno dei tôles di Hains - poster su acciaio zincato - nella mostra “The New Realists”, insieme a opere di Claes Oldenburg, Jim Dine e alle Campbell Soups di Andy Warhol.
Tra il 1964 e il 1971 Hains vive principalmente in Italia. A Venezia continua a rac-cogliere manifesti strappati, spesso di soggetto artistico, alcuni dei quali sono esposti nella mostra “La Biennale déchirée” alla Galleria Apollinaire di Milano nel 1965 e alla Galleria del Leone di Venezia l’anno successivo. A Venezia continua a sperimentare con l'Hypnagogoscope e realizza i Fer de gondoles (ferro di gondola) basandosi sul riflesso ondulato della prua della gondola (ferro di prua) sui canali. Nel 1968 usa lenti scanalate per distorcere le copertine dei cataloghi dei padiglioni della Biennale. I risultati sono trasposti su grandi rilievi in plexiglass colorato, esposti nella mostra “La Biennale éclatée” alla Galleria dell’Elefante di Venezia nel 1968. Le opere più importanti di questo periodo italiano sono i fiammiferi Saffa e Seita, che Hains inizia a realizzare nel 1964. L'artista si ispira a Oldenburg e, allo stesso tempo, alle scatole di fiammiferi che i ristoranti veneziani come L'Angelo o La Colomba erano soliti regalare ai propri ospiti. Questi lavori vengono esposti alla Iris Clert Gallery di Parigi nel 1965 e compaiono sulla copertina di Life nel 1966, in occasione di un servizio di moda dedicato a Yves Saint Laurent.
Durante la seconda metà degli anni Sessanta, l'immateriale assume un ruolo sempre più importante nella ricerca di Hains. Le associazioni di idee diventano la sua principale materia prima e gli oggetti da lui inventati sono riferimenti simbolici e sequenze di significati. Nel 1976 Pontus Hulten organizza la prima grande retrospettiva di Hains, La Chasse au CNAC al Centre National d'Art Contemporain (che si sarebbe trasferito al Centre Pompidou l'anno successivo). Nello stesso anno Hains espone alla Biennale di Venezia nel Padiglione Francia. Negli anni Ottanta e Novanta, Hains presenta mostre che sono opere in sé e per sé, mescolando installazione e scultura con serie di fotografie ed estratti di libri. Tra queste: “Le monochrome dans le metro” alla Galerie Eric Fabre nel 1983, una mostra itinerante che nel 1989 lo porta dal Musée Sainte-Croix di Poitiers al MoMA PS1 di New York, e “Les 3 Cartier” alla Fondation Cartier di Parigi nel 1994. Alla fine degli anni Novanta, Hains sviluppa i macintoshages, lavori eseguiti al computer e costituiti da una combinazione di immagini digitali.
Nel 2001-2002, il Centre Pompidou organizza un'importante retrospettiva di Hains, Le tentative, poi trasferitasi al Moore College of Art di Filadelfia. Nel 2005, Hains realizza una serie di sculture al neon ispirate ai nodi borromei dello psicoanalista Jacques Lacan. Muore nell'ottobre dello stesso anno all'età di 79 anni. Nel 2017 la 57a Biennale di Venezia Viva Arte Viva rende omaggio a Raymond Hains esponendo una selezione di sue opere nel Padiglione Centrale ai Giardini.