Tiger Tateishi (タイガー立石), pseudonimo di Kōichi Tateishi (Tateishi Kōichi (立石紘一), è stato un pittore, mangaka, illustratore e ceramista giapponese.
Nato Koichi Tateishi nel dicembre del 1941, pochi giorni dopo l'attacco di Pearl Harbor (come lui stesso amava sottolineare), Tateishi cresce in una città mineraria di carbone a Kyushu. I suoi primi ricordi sono legati a due bombardamenti statunitensi sulla miniera dove lavorava suo padre. Il secondo dopoguerra è un periodo di privazioni e il giovane Tateishi trova una via di fuga nel mondo dei manga e dei film dell’era Shōwa, iniziando presto a disegnare. Incredibilmente precoce, vince il suo primo premio artistico all'età di sei anni e vede il suo lavoro pubblicato su una rivista manga settimanale a tredici anni. Appena terminata la scuola superiore, si trasferisce a Tokyo, dove si iscrive al Musashino Art University, unendosi presto all'avanguardia dadaista dei primi anni sessanta.
Nel 1963 partecipa al Yomiuri Independent show con Community, un’enorme esposizione di pannelli coperti di manufatti: serie di detriti moderni quali pistole, orologi, modellini di auto e aerei alternati a file di pezzi di legno disposti con cura, simili a utensili dell'età della pietra. L'opera attira l'attenzione dei critici, ma il successivo output di Tateishi è qualcosa di completamente diverso. Come se determinato a confondere le aspettative del suo pubblico, nel 1964 presenta Like Tateishi Koichi, un collage vivacemente colorato, simile a un cartellone pubblicitario, composto da elementi quali il Monte Fuji, una creatura tratta da un manga di Osamu Tezuka e massicce lettere tridimensionali (pensate ai titoli dei blockbuster hollywoodiani).
Durante gli anni sessanta, Tateishi consolida la sua reputazione d’artista producendo collage parodici in sintonia con il pulsare della società giapponese del dopoguerra, all’insegna della crescita economica e di una schizofrenia culturale. Le opere di questo decennio utilizzano motivi ricorrenti come le bandiere di battaglia giapponesi, locomotive, capsule spaziali, esplosioni atomiche, Godzilla, figure politiche, celebrità e l’iconico Monte Fuji. La tigre inizia a comparire nei suoi lavori – simbolo di una Cina reduce dal suo primo test nucleare – spesso accompagnata dal volto del presidente Mao. Curiosamente, Tateishi adotta "Tiger" come suo nome d'arte proprio in questo periodo.
Alla fine degli anni Sessanta, Tateishi dichiara che, se avesse dovuto fare dell’arte Pop, tanto sarebbe valso tornare alle sue radici usando il medium Pop per antonomasia, il manga. Diventa un prolifico fumettista, lavorando con il tradizionale formato sequenziale in bianco e nero. Principalmente incentrati su gag brillantemente concepite, i suoi manga diventano onnipresenti in Giappone, a tal punto che Tateishi inizia a essere identificato come fumettista. Proprio all’apice della notorietà, nel 1969 Tateishi lascia improvvisamente il Giappone, trasferendosi con sua moglie a Milano, in Italia, dove i due vivono per i successivi tredici anni. A Milano inizia a realizzare dipinti a olio con formato sequenziale, che raccontano storie astratte e surreali, tra il sogno e la psichedelia, spesso ispirate alla scrittura fantascientifica di autori quali Robert Sheckley, J.G. Ballard e Robert Heinlein.
I dipinti milanesi sono immagini cosmiche, che si trasformano progressivamente in cavoli, limoni, diamanti, rose e teste umane, mentre i suoi personaggi si trasformano in oggetti inanimati o entità aliene. Vivere in Italia libera Tateishi dall'iconografia culturale giapponese, permettendogli di giocare più apertamente con la storia dell’arte occidentale (ex. In “Tiger Guernica”, 1970) e con il suo stesso inconscio. Anche in Italia Tateishi ottiene un grande successo commerciale, protagonista di mostre in galleria, e autore di libri illustrati, copertine di riviste e album rock, lavorando, tra le altre cose, con Ettore Sottsass dal 1971 al 1974.
Nel 1982 decide di trasferirsi di nuovo. Tateishi fa ritorno a Tokyo, trasferendosi con la moglie nel 1985 in un vecchio casale ristrutturato nella campagna di Chiba. Con il ritorno in Giappone, Tateishi inizia a riesaminare la propria produzione passata, creando stampe di dipinti selezionati, riprendendo la produzione di manga e sperimentando con nuovi media. A metà degli anni Ottanta inizia a creare libri illustrati, al ritmo di circa uno all'anno. La sua prima pubblicazione, Tiger in the Land of Dreams (Fukuinkan, 1984), è un racconto senza parole delle avventure metamorfiche di una tigre verde. Una serie contemporanea di disegni a matita colorati, montati su tradizionali supporti di pergamena appesi, spicca per una colorazione sobria, simile al Nihonga, e per le sue immagini sempre più surreali.
Dopo la morte prematura nel 1998, i riflettori su Tateishi si affievoliscono, forse anche a causa di una critica che, a quei tempi, faticava a comprende a fondo quegli artisti che, come Tateishi, avevano operato a cavallo di arti e discipline diverse. Un grade passo verso la valorizzazione del lavoro di Tateishi è stata l’importante retrospettiva organizzata al Chiba City Museum of Art in Giappone del 2021.