Alexander Iolas (1907-1987) fu uno dei più importanti mercanti d’arte della seconda metà del Novecento. Tra i primi a creare un sistema internazionale di gallerie satelliti, introdusse il Surrealismo negli Stati Uniti e organizzò la prima e l’ultima mostra personale di Andy Warhol. Amico e sostenitore di alcuni dei più grandi artisti del suo tempo, Iolas iniziò tuttavia a essere dimenticato subito dopo la sua morte. La stessa sorte toccò alla sua casa di Atene, la leggendaria Villa Iolas, la cui inestimabile collezione d’arte venne saccheggiata e andò in gran parte dispersa.
La mostra Casa Iolas. Citofonare Vezzoli intende rievocare gli spazi perduti di Villa Iolas attraverso lo sguardo di Francesco Vezzoli, artista contemporaneo che da sempre si interroga sulle complessità psicologiche di personaggi celebri. Opere di artisti supportati da Iolas nelle sue gallerie e presenti nella sua collezione, quali Victor Brauner, William N. Copley, Giorgio de Chirico, Max Ernst, Lucio Fontana, Paul Klee, Yves Klein, René Magritte, Georges Mathieu, Pino Pascali, Man Ray, Martial Raysse e Fausta Squatriti, sono presentate in uno scenografico allestimento accanto a opere di Vezzoli e a mobilio antico legato all’estetica di Villa Iolas.
Secondo Vezzoli “Casa Iolas vuole essere non solo un omaggio a un grande gallerista quasi dimenticato, ma anche a una cultura galleristica basata su relazioni personali di amicizia, fiducia e stima reciproche, che il sistema del mercato dell’arte contemporaneo sembra aver definitivamente cancellato. Per questo motivo ho voluto omaggiare la figura di Iolas nella sua interezza, come gallerista e collezionista, come dandy del mercato dell’arte e come esteta.”