“Venezia fluttuante per sempre nella sua propria sfera. La via che prende è cristallizzata come le memorie in milioni di menti.”
Harold Stevenson
L’artista americano Harold Stevenson (1929-2018) è stato uno dei più interessanti esponenti della cultura d’avanguardia del secondo dopoguerra, amico intimo di Andy Warhol e noto per i suoi provocatori dipinti di nudi maschili. Supportato dai galleristi Alexander Iolas e Iris Clert, Stevenson espone a New York, Parigi e Atene, entrando nelle collezioni dei più importanti musei americani, inclusi il Guggenheim e il MoMA di New York.
“Harold Stevenson” è la prima mostra monografica in Italia dedicata all’artista, con una selezione di dipinti realizzati tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Tra questi, si ritrovano i celebri nudi, il suo capolavoro The Altar of Peace (1972) – drammatica riflessione sulla guerra del Vietnam – e alcune delle sculture in vetro create insieme a Gino Cenedese a Murano nel 1968.
Il rapporto di Stevenson con Venezia inizia nel 1962 proprio a San Polo, quando, al fianco di artisti quali Yves Klein e Jean Tinguely, espone alla Piccola Biennale, organizzata da Iris Clert in parallelo alla 31a edizione della Biennale Arte. Grazie a Clert, Stevenson torna a Venezia nel giugno 1964 per partecipare alla mostra collettiva Biennale Flottante. E proprio nella galleria parigina di Clert nel 1969 Stevenson realizza il suo omaggio a Venezia, esponendo i vetri realizzati insieme a Cenedese, in cui si riassume il suo amore per la città e la sua affascinante storia centenaria.