“Raymond Hains, una delle persone più straordinarie della mia vita.”
Remo Bianco
Remo Bianco (1922-1988) e Raymond Hains (1926–2005) furono due protagonisti della scena artistica del secondo Novecento. Entrambi furono artisti di difficile classificazione: Hains, solitamente associato al Nouveau Réalisme, se ne distaccò quasi subito dopo averne firmato il manifesto; Bianco, inizialmente vicino allo Spazialismo, fu creatore di serie dallo stile sempre diverso e in continua evoluzione. Attraverso l’arte, l’uno e l’altro si appropriavano di una realtà in veloce cambiamento, reinventando con intelligenza e creatività i linguaggi della loro instancabile ricerca.
Sebbene tra i due non ci sia mai stato un sodalizio artistico, un’amicizia iniziata nei primi anni Sessanta legò Bianco ad Hains per tutta la vita. Nelle sue note autobiografiche Bianco definisce l’amico come “grandissimo pittore della nostra epoca”, nonché come “uno tra i più straordinari personaggi della mia vita”. Nel 1974 Bianco trasforma in opera d’arte una fotografia – con cui si apre questa mostra – che li ritrae insieme in un ristorante di Milano, intitolandola Appropriazione di Raymond Hains.Un anno dopoHains dedica all’amico Omaggio a Remo Bianco, un’opera composta da pannelli di recinzione che ricordano le sue famose Palissades, come quella esposta in questa occasione, che fu un tempo di proprietà dello stesso Bianco.
La mostra propone un dialogo inedito tra opere dei due artisti svelando come entrambi non concepissero il fare arte come creazione di forme ex novo ma come appropriazione di oggetti, persone, situazioni, cose e dati della realtà: frammenti della propria quotidianità e del proprio vissuto nel caso di Bianco, decostruzioni del paesaggio urbano e del linguaggio nel caso di Hains.