Nuovi dipinti e sculture realizzati dall’artista contemporaneo inglese Toby Ziegler (1972) rivelano la sua personale interpretazione del lavoro di due grandi maestri italiani, Medardo Rosso (1858-1928) e Giorgio Morandi (1890-1964).
Producendo un numero limitato di sculture con materiali diversi e variazioni minime, Rosso fu pioniere nell’affrontare tematiche quali l’autorialità, l’originalità e la riproduzione seriale dell’opera d’arte. La ripetizione dell’immagine e la sua alterazione caratterizzarono anche il lavoro di Morandi, che indagò la realtà astratta della pittura dipingendo una serie ricorrente di oggetti estrapolandoli dalla loro funzione originaria.
Nonostante le divergenze tra l’operato di questi due artisti, Ziegler ne individua un comune denominatore: una fluida dialettica tra figurazione e astrazione, che egli ritrova anche al centro della propria ricerca. Il lavoro di Ziegler esamina la perdita di significato delle immagini visive determinata dalla loro circolazione digitale. Le sue opere distorcono e frammentano una matrice originaria, che simultaneamente si dissolve e sopravvive in forme e materiali nuovi. L’artista analizza l’odierna fruizione delle immagini, rivelando quel “soft power” che, tacitamente, le trasforma e le carica di nuovi significati, spesso inaspettati e a loro estranei. La figurazione è per Ziegler, così come per Morandi, il mezzo imprescindibile per indagare la realtà astratta di ogni immagine. Analogamente alle sculture di Rosso, le creazioni di Ziegler rivelano la loro ambiguità: stanno perdendo definizione o assumendo una nuova forma?