Questa mostra è un omaggio al gallerista italiano Carlo Cardazzo (1908-1963) e a due artisti da lui particolarmente ammirati: Cy Twombly (1928-2011) e Tancredi Parmeggiani (1927-1964). Dagli anni cinquanta, Cardazzo espone e promuove il lavoro dei due artisti presso la Galleria del Cavallino di Venezia e la Galleria del Naviglio di Milano. Entrambi gli spazi, nel 1953, ospitano due mostre di Tancredi, seguite poi da un’altra personale organizzata alla Galleria del Cavallino tre anni più tardi. Nel 1958 Cardazzo allestisce la seconda tappa della prima personale europea di Cy Twombly in entrambe le sue gallerie e organizza un’altra mostra dell’artista americano alla Galleria del Naviglio nel 1961.
Del lavoro di Twombly e Tancredi, Cardazzo ammirava l’uso del segno e del gesto. Attraverso il disegno e la scrittura, Tancredi riduce la distanza tra il pensiero e la mano, dando vita a una fitta tessitura di grafie libere e cariche di emozionalità. L’uso delpunto come elemento spaziale permette all’artista di ridisegnare la natura, sua principale fonte di ispirazione. La gestualità di Twombly, invece, combina l’immediatezza dell’espressionismo astratto con la forza dei graffiti, diventando un mezzo di espressione del ritmo interiore dell’artista.
L’accostamento di opere di Twombly a lavori di Tancredi evoca la doppia linea di ricerca perseguita da Cardazzo negli anni cinquanta e sessanta, quando il gallerista promosse in modo pionieristico l’arte italiana non-figurativa e lo Spazialismo, così come l’arte astratta americana. L’uso del segno e l’automatismo caratterizzanti le opere di entrambi gli artisti suggeriscono affinità visive e ne svelano il delicato lirismo.