Galleria Tommaso Calabro
Corso Italia 47
20122 Milano
info@tommasocalabro.com
+39 0249696387
"Credo che l'interesse per il Surrealismo trovi ragione da una parte nel riconoscimento della sua importanza nella storia del Novecento e dall'altra rispecchi la predilezione che si sta affermando per il linguaggio figurativo. Ma i margini di crescita per molte figure di sono ancora, a cominciare da Leonor Fini (le sue opere su carta quotano dal 10 al 50mila euro circa) e Stanislao Lepri che respirarono il Surrealismo nella Parigi degli anni '40 ma anche artisti come William Copley e Tiger Tateishi che guardarono a quel movimento storico ed ebbero come riferimento Alexander lolas, che fu il gallerista di Magritte e Max Ernst». - Tommaso Calabro
"Fassianos non ha mai raggiunto un ampio riconoscimento globale. Ma dopo la sua morte, avvenuta nel 2022 all'età di 86 anni, c'è stata un'ondata di rinnovato interesse. L'anno scorso, Tommaso Calabro a Milano ha tenuto una mostra personale dei suoi dipinti e delle sue opere su carta".
Le immagini della nostra mostra passata "Casa Iolas. Citofonare Vezzoli", curata da Francesco Vezzoli nel 2020-2021, sono sull'ultimo numero di Flash Art Italia.
In occasione della mostra "VITA DULCIS. Paura e desiderio nell'Impero Romano" presso Palazzo delle Esposizioni a Roma, Francesco Vezzoli conversa con Francesco Stocchi sulle sue scelte e la sua visione come curatore.
"Non è forse centrale come dovrebbe essere una galleria, ma ha un grandissimo fascino e risponde perfettamente ai requisiti: ingresso unico, grandi spazi espositivi e accesso al mio appartamento». Molto elegante la casa-bottega del gallerista trentaquattrenne che ha scelto di dividersi tra Milano e Venezia: «Ho deciso di aprire una galleria qui perché è una città diversa da tutte le altre, una città legatissima all'arte, che attrae tutto l'anno collezionisti e persone interessate, soprattutto internazionali, e con un universo complementare a Milano".
"Visitando lo stand di Tommaso Calabro alla fiera d'arte e antiquariato Tefaf ci si trova di fronte a un ritratto enigmatico. Una giovane donna dalla pelle olivastra, con i capelli castani raccolti, che emerge da un mare di pennellate pastello. Guarda da un lato, soddisfatta e chiusa nel suo mondo onirico.
La pittrice del ritratto, la surrealista italo-argentina Leonor Fini, era altrettanto sicura di sé, una donna che viveva e dipingeva alle sue condizioni. [...] "Tutto quello che faceva era senza precedenti", dice Calabro, che espone per la prima volta alla fiera con una selezione di dipinti e opere su carta di Fini, Lepri e del loro amico e collega surrealista Fabrizio Clerici. "È riuscita a vivere la vita come voleva, anche se questo significava che a volte il mondo dell'arte non la vedeva davvero per l'artista che era".
"Nove giganti in abiti color arcobaleno marciano in fila indiana. La processione ha un qualcosa di enigmatico: chi sono questi personaggi sovradimensionati? Sono i partecipanti di un triste Pride, senza carri o parate festose? Da cosa fugge il popolo rappresentato ai loro piedi?” Dipinta nel 1970, l'opera, dal titolo evocativo "Les dieux s'en vont" (Gli dei se ne vanno), è stata realizzata da Stanislao Lepri (1905-1980), estroso aristocratico e diplomatico italiano, la cui opera viene riscoperta in una mostra a Milano. Liberatosi dalle catene della sua condizione sociale, abbandona la carriera politica e diventa pittore, sostenuto dalla sua compagna, l'artista Leonor Fini. Le sue tele strane e ambigue creano un mondo oscuro e onirico. “La sua fantasia non è mai gratuita: originata dal suo io più profondo, incontra l’inconscio collettivo del nostro tempo e ci restituisce le nostre stesse ansie, addolcite da una sorridente ironia e da una tollerante saggezza”, ha detto Constantin Jelenski, letterato polacco e terza figura del ménage à trois di Fini. La sua libertà sessuale, così come quella artistica, non ostacolata da dogmi o certezze, lo rese un pioniere dell'avanguardia".
"Nel 1987 L'Uomo Vogue pubblica una foto di Oliviero Toscani piena di testosterone: in posa sette galleristi milanesi, giovani, serissimi e agguerriti in giacca e cravatta, con l'ambizione di provocare e rinnovare il mercato. [...] Oggi che il flusso delle idee corre in rete così come il mercato, aprendo orizzonti senza confini, anche la scena dei galleristi è cambiata. Con questo remake della foto del 1987 lo vogliamo documentare: nella selezione che vedete in queste pagine ci sono infatti tanti giovani e soprattutto tante donne che abbiamo riunito al Bar Basso, uno dei luoghi d'incontro preferiti dal mondo dell'arte".
"Stavo quasi per passare oltre a un gruppo di quelli che lo spazialista italiano Mario Deluigi chiamava 'grattages', monocromi che secondo la galleria milanese fanno il loro debutto a New York. È facile fraintenderli - possono sembrare delle tappezzerie - ma fortunatamente un po' di istinto mi ha fatto tornare indietro e ho scoperto che sono di una bellezza quasi sconvolgente. Ricoperti da intricate reti di piccoli graffi bianchi, offrono paesaggi stellari, disegni di caverne, lana incandescente di pecore primordiali e motivi che ricordano la calligrafia o cerchi di ballerini alla Matisse".
"Continua la ricerca di un giovane gallerista milanese, veramente capace e tenace, Tommaso Calabro, sui protagonisti di quel mondo di artisti, separati e isolati rispetto al corso dominante dell'arte contemporanea. Esemplare, in questo senso, appare, dopo una piccola mostra su Leonor Fini, la proposta di Calabro del sommerso e dimenticato Stanislao Lepri. [...] La laboriosa ricerca di una galleria privata ci consente di tornare a riflettere sulla sostanza dei sogni di Lepri, dotato di una fantasia sorprendente che si manifesta in una varietà iconografica senza precedenti nella pittura del Novecento. Lepri è un pittore sommamente esoterico e curioso del lato oscuro della nostra coscienza e della consistenza onirica del nostro rapporto con la realtà. Ma la realtà esiste o è determinata dal nostro stato d'animo e dai nostri sogni? Lepri rimette tutto in discussione. [...] Una fantasia irriducibile, fra rinoceronti e gatti, in tempi apocalittici in cui gli dei se ne vanno lasciando un'umanità di disperati. Ma c'è ancora speranza finché sopravvive un creatore d'angeli, generoso e solenne."
"Credo che l'interesse per il Surrealismo trovi ragione da una parte nel riconoscimento della sua importanza nella storia del Novecento e dall'altra rispecchi la predilezione che si sta affermando per il linguaggio figurativo. Ma i margini di crescita per molte figure di sono ancora, a cominciare da Leonor Fini (le sue opere su carta quotano dal 10 al 50mila euro circa) e Stanislao Lepri che respirarono il Surrealismo nella Parigi degli anni '40 ma anche artisti come William Copley e Tiger Tateishi che guardarono a quel movimento storico ed ebbero come riferimento Alexander lolas, che fu il gallerista di Magritte e Max Ernst». - Tommaso Calabro
"Non è forse centrale come dovrebbe essere una galleria, ma ha un grandissimo fascino e risponde perfettamente ai requisiti: ingresso unico, grandi spazi espositivi e accesso al mio appartamento». Molto elegante la casa-bottega del gallerista trentaquattrenne che ha scelto di dividersi tra Milano e Venezia: «Ho deciso di aprire una galleria qui perché è una città diversa da tutte le altre, una città legatissima all'arte, che attrae tutto l'anno collezionisti e persone interessate, soprattutto internazionali, e con un universo complementare a Milano".
"Nel 1987 L'Uomo Vogue pubblica una foto di Oliviero Toscani piena di testosterone: in posa sette galleristi milanesi, giovani, serissimi e agguerriti in giacca e cravatta, con l'ambizione di provocare e rinnovare il mercato. [...] Oggi che il flusso delle idee corre in rete così come il mercato, aprendo orizzonti senza confini, anche la scena dei galleristi è cambiata. Con questo remake della foto del 1987 lo vogliamo documentare: nella selezione che vedete in queste pagine ci sono infatti tanti giovani e soprattutto tante donne che abbiamo riunito al Bar Basso, uno dei luoghi d'incontro preferiti dal mondo dell'arte".
"Fassianos non ha mai raggiunto un ampio riconoscimento globale. Ma dopo la sua morte, avvenuta nel 2022 all'età di 86 anni, c'è stata un'ondata di rinnovato interesse. L'anno scorso, Tommaso Calabro a Milano ha tenuto una mostra personale dei suoi dipinti e delle sue opere su carta".
"Visitando lo stand di Tommaso Calabro alla fiera d'arte e antiquariato Tefaf ci si trova di fronte a un ritratto enigmatico. Una giovane donna dalla pelle olivastra, con i capelli castani raccolti, che emerge da un mare di pennellate pastello. Guarda da un lato, soddisfatta e chiusa nel suo mondo onirico.
La pittrice del ritratto, la surrealista italo-argentina Leonor Fini, era altrettanto sicura di sé, una donna che viveva e dipingeva alle sue condizioni. [...] "Tutto quello che faceva era senza precedenti", dice Calabro, che espone per la prima volta alla fiera con una selezione di dipinti e opere su carta di Fini, Lepri e del loro amico e collega surrealista Fabrizio Clerici. "È riuscita a vivere la vita come voleva, anche se questo significava che a volte il mondo dell'arte non la vedeva davvero per l'artista che era".
"Stavo quasi per passare oltre a un gruppo di quelli che lo spazialista italiano Mario Deluigi chiamava 'grattages', monocromi che secondo la galleria milanese fanno il loro debutto a New York. È facile fraintenderli - possono sembrare delle tappezzerie - ma fortunatamente un po' di istinto mi ha fatto tornare indietro e ho scoperto che sono di una bellezza quasi sconvolgente. Ricoperti da intricate reti di piccoli graffi bianchi, offrono paesaggi stellari, disegni di caverne, lana incandescente di pecore primordiali e motivi che ricordano la calligrafia o cerchi di ballerini alla Matisse".
Le immagini della nostra mostra passata "Casa Iolas. Citofonare Vezzoli", curata da Francesco Vezzoli nel 2020-2021, sono sull'ultimo numero di Flash Art Italia.
In occasione della mostra "VITA DULCIS. Paura e desiderio nell'Impero Romano" presso Palazzo delle Esposizioni a Roma, Francesco Vezzoli conversa con Francesco Stocchi sulle sue scelte e la sua visione come curatore.
"Nove giganti in abiti color arcobaleno marciano in fila indiana. La processione ha un qualcosa di enigmatico: chi sono questi personaggi sovradimensionati? Sono i partecipanti di un triste Pride, senza carri o parate festose? Da cosa fugge il popolo rappresentato ai loro piedi?” Dipinta nel 1970, l'opera, dal titolo evocativo "Les dieux s'en vont" (Gli dei se ne vanno), è stata realizzata da Stanislao Lepri (1905-1980), estroso aristocratico e diplomatico italiano, la cui opera viene riscoperta in una mostra a Milano. Liberatosi dalle catene della sua condizione sociale, abbandona la carriera politica e diventa pittore, sostenuto dalla sua compagna, l'artista Leonor Fini. Le sue tele strane e ambigue creano un mondo oscuro e onirico. “La sua fantasia non è mai gratuita: originata dal suo io più profondo, incontra l’inconscio collettivo del nostro tempo e ci restituisce le nostre stesse ansie, addolcite da una sorridente ironia e da una tollerante saggezza”, ha detto Constantin Jelenski, letterato polacco e terza figura del ménage à trois di Fini. La sua libertà sessuale, così come quella artistica, non ostacolata da dogmi o certezze, lo rese un pioniere dell'avanguardia".
"Continua la ricerca di un giovane gallerista milanese, veramente capace e tenace, Tommaso Calabro, sui protagonisti di quel mondo di artisti, separati e isolati rispetto al corso dominante dell'arte contemporanea. Esemplare, in questo senso, appare, dopo una piccola mostra su Leonor Fini, la proposta di Calabro del sommerso e dimenticato Stanislao Lepri. [...] La laboriosa ricerca di una galleria privata ci consente di tornare a riflettere sulla sostanza dei sogni di Lepri, dotato di una fantasia sorprendente che si manifesta in una varietà iconografica senza precedenti nella pittura del Novecento. Lepri è un pittore sommamente esoterico e curioso del lato oscuro della nostra coscienza e della consistenza onirica del nostro rapporto con la realtà. Ma la realtà esiste o è determinata dal nostro stato d'animo e dai nostri sogni? Lepri rimette tutto in discussione. [...] Una fantasia irriducibile, fra rinoceronti e gatti, in tempi apocalittici in cui gli dei se ne vanno lasciando un'umanità di disperati. Ma c'è ancora speranza finché sopravvive un creatore d'angeli, generoso e solenne."