Questo volume è stato pubblicato in accompagnamento alla mostra “Remo Bianco/Raymond Hains”, allestita presso la Galleria Tommaso Calabro dal 14 dicembre 2021 al 26 febbraio 2022. L’esposizione poneva per la prima volta in dialogo due artisti che furono protagonisti della scena artistica del secondo Novecento, a cavallo tra Milano, Parigi e Venezia: Remo Bianco (1922–1988) e Raymond Hains (1926–2005).
Raymond Hains è stato uno degli artisti francesi più importanti del dopoguerra, membro fondatore delNouveau Réalisme, divenuto celebre per i suoi manifesti strappati (i décollage e gli affiches lacerées). Celebrato già in vita nei più importanti musei francesi e alla Biennale di Venezia, ammaliò il mondo dell’arte con le sue capriole linguistiche e quei suoi voli pindarici che connettevano, con infinita cultura e sagace ironia, luoghi, situazioni e immagini inaspettati. Il milanese Remo Bianco fu un artista meno compreso, solo di recente riscoperto dopo la grande mostra monografica organizzata nel 2019 al Museo del Novecento di Milano. Conosciuto per i suoi Tableaux dorés, Bianco fu uno dei primi artisti in Italia a sperimentare con materiali innovativi (dal plexiglass alla neve artificiale, dalla gomma agli objets trouvés), a dedicarsi alla performance e a portare la realtà dentro l’arte.
Nella mostra “Remo Bianco/Raymond Hains” opere selezionate dalle serie più rappresentative di questi due artisti li hanno messi per la prima volta in dialogo in uno spazio espositivo, omaggiandone la lunga amicizia iniziata nei primi anni Sessanta. Questo catalogo interamente illustrato la ripercorre attraverso fotografie e materiali d’archivio inediti. Un saggio scritto per l’occasione da Francesco Guzzettimette in luce come l’appropriazione, intesa come prelievo diretto del reale, fu linfa vitale e sintesi della loro instancabile ricerca.
INDICE
Introduzione
— Tommaso Calabro
Le appropriazioni di Remo Bianco e Raymond Hains
— Francesco Guzzetti
Catalogo delle opere
Biografie
La mostra